Mio figlio è vittima di cyberbullismo?

Come riconoscere se mio figlio è vittima di cyberbullismo

Molti genitori conoscono bene che cosa è il bullismo. Più complessa è la comprensione invece di come il bullismo si manifesti online. Mi riferisco alla diffusione di immagini intime attraverso Social e chat, senza il consenso dell’interessato/a. Questi fenomeni prendono il nome di cyberbullismo e reveng porn.

Ben il 24% dei ragazzi tra i 13 ed i 18 anni dichiara di aver inviato foto intime al proprio partner. Il 15% di loro ha subito la condivisione di tali immagini senza aver espresso il consenso.

Le conseguenze emotive di chi ha subito tale reato sono devastanti ed in alcuni casi di particolare fragilità hanno portato anche al suicidio della vittima.

Le misure anti COVID, le distanze sociali e l’impossibilità di frequentare liberamente le persone care hanno amplificato l’utilizzo dei Social e delle chat, anche per l’invio di immagini intime. È quindi aumentato anche il fenomeno del cyberbullismo tra adolescenti.

Molti genitori pensano che “Mio/a figlio/a non farà mai queste cose: non manderà mai foto intime, ma soprattutto non sarà certo colui o colei che le diffonderà”. Questo pregiudizio purtroppo non permette di riconoscere i segnali che utilizza il/la vostro/a figlio/a per chiedere aiuto.

Perchè si mandano foto intime?

Perché si è minacciati o ricattati da un/una compagno/a in termini di reputazione sociale, tema molto caro ad ogni adolescente. Altrettanto spesso la motivazione è perché lo fanno tutti. E non è una banale motivazione per un adolescente!
“Lo fanno tutti” significa che per sentirsi parte di un gruppo (bisogno fondamentale per un adolescente) saranno messi in atto quei comportamenti che la maggior parte dei coetanei fanno. Se lo fanno tutti non sarà poi così pericoloso!
Un adolescente per natura molto spesso sottovaluta o non considera le conseguenze del proprio comportamento. E’ parte della sua crescita.

Il genitore ed il personale scolastico hanno un ruolo fondamentale: guardare, ascoltare, rilevare, chiarire la responsabilità e credere.

Guarda!

Osserva i segni ed i segnali di tuo/a figlio/a: le occhiaie, quanto dorme, se ha gli occhi lucidi, il suo umore, la sua alimentazione. Nota soprattutto se una qualsiasi di queste condizioni cambia repentinamente. Ovvero quando riesci a distinguere un “prima” ed un “dopo” anche se non sai che cosa è successo in mezzo. In poco tempo ha smesso di mangiare oppure mangia molto più del solito, in orari insoliti. Noti che la luce di camera sua è accesa fino a tardi. Ha profonde occhiaie e piange spesso. Nei casi più gravi, può mette in atto comportamenti autolesivi, volti a farsi del male.
Questi segnali se osservati giorno dopo giorno ti daranno indizi fondamentali sul suo stato di benessere.

Ascolta!

Renditi disponibile all’ascolto quando ti racconta qualcosa, qualsiasi cosa. “Lo sai che ad un mio compagno è successo che…”. È possibile che per te siano questioni di poca importanza. Lui/lei potrebbe invece voler testare la tua posizione per capire se potrà fidarsi.
L’adolescente racconta poco, per cui sii pronta quando ti aprirà uno spiraglio! Entra in punta di piedi. Parlerà solo quando lo deciderà lui/lei e non quando lo vorrai tu. L’adolescenza funziona così e per un genitore può essere molto frustrante.

Rileva!

Quando apre lo spiraglio al dialogo, puoi chiedere. Piano, una domanda alla volta. Domande prima generiche, poi più specifiche. Lascia il tempo alla risposta e non giudicarlo/a mai con frasi del tipo “Avresti dovuto fare…”, “Avresti dovuto dire…”. Potrebbe avviare l’argomento in qualsiasi momento. Le occasioni più gettonate sono quando state facendo qualcos’altro: siete in auto, guardate la tv, etc. Non avere paura di chiedere, hai il diritto di capire bene che cosa sia successo! Puoi fare riferimento a ciò che hai visto e percepito. Forse non sarà pronto a parlarne, ma dal canto tuo hai manifestato il tuo interesse a capire cosa sia successo. Una delle peggiori esperienze per un figlio/a, di qualsiasi età, è un genitore che fa finta di nulla, pensando “tanto poi gli passa”.

Chiarisci la responsabilità!

A livello culturale siamo abituati ad attribuire concorso di responsabilità anche alla vittima di bullismo. “Se non avessi inviato quelle foto, non sarebbe successo tutto questo!”.
Il genitore, l’insegnante o l’educatore hanno il dovere di chiarificare alla vittima che non è responsabilità sua ciò che è accaduto. È possibile riflettere insieme su come potersi proteggere maggiormente, ma non dovrà mai essere messa in discussione la responsabilità del reo.
La responsabilità della diffusione di immagini è soltanto di chi la ha commessa.

Credigli!

A volte è difficile credere alle parole che ti può dire. È possibile che la sua reazione ti appaia esagerata. Potresti considerarle cose da poco, ma non suggerirgli/le di andare oltre, che i problemi nella vita sono altri.
Non è così. Il criterio con cui tu valuti la gravità delle cose è diverso dal suo. Non ha gli strumenti e l’esperienza che ha un adulto. Il suo dolore è reale. È vero. Tu a quello devi credere, sempre. Anche quando farai fatica a comprenderlo fino in fondo, credigli/le!
Il più grande gesto d’amore che tu possa fare è credere a ciò che prova tuo/a figlio/a, sempre e comunque.

Parlare del cyberbullismo, cogliere i segnali, trovare le parole ed il momento giusto può essere estremamente difficile per un genitore. Anche il genitore ha paura, anche tu puoi vivere un forte senso di impotenza. Non nasconderlo!

Per prima cosa è importante non essere e sentirsi soli.

Sarebbe opportuno che ti confrontassi con il padre del ragazzo e concordaste insieme i modi ed i tempi per affrontare il cyberbullismo.
Una altro aspetto che potrebbe aiutarti è avere le giuste informazioni!
Il Telefono Azzurro offre un Servizio per ragazzi, genitori ed educatori che fornisce tutte le informazioni necessarie sui servizi del territorio.
La Polizia Postale inoltre può fornirti tutte le indicazioni sulla tutela legale rispetto al cyberbullismo.
I Professionisti specializzati sul tema, come psicologi e psicoterapeuti, possono invece accompagnarti e aiutarti a gestire tutte le emozioni che naturalmente proverai nell’affrontare questo capitolo di vita di tuo/a figlio/a. L’impotenza, il senso di colpa, la paura di non aver fatto abbastanza, la rabbia, per citarne alcune.
Anche tuo/a figlio/a può accedere a questo supporto per trovare in se stesso gli strumenti migliori e le strategie più protettive per affrontare la situazione e le conseguenze emotive dell’aver subito cyberbullismo.

Se vuoi maggiori informazioni sul tema, non esitare a contattarmi!