COVID e relazioni Ora che posso uscire, non mi va più!

LIBERI TUTTI, MA NON TROPPO

L’emergenza sanitaria ha costretto tutti noi a ricostruire una nuova quotidianità all’interno delle quattro mura domestiche.
In una prima fase, a seguito del timore legato all’emergenza spaventosa e del maggior tempo a disposizione, molte relazioni si sono consolidate e ravvicinate. Si sono create nuove opportunità di condivisione di emozioni e momenti conviviali a distanza. Cosa che prima non avremmo mai immaginato.

Relazioni reali e mediate hanno espresso probabilmente la loro massima intimità. Sentivamo il bisogno di essere vicini.

Nella seconda fase dell’emergenza sono emersi sicuramente maggiori conflitti di nuova origine o vecchie questioni irrisolte che sono tornate a galla con lo stress.
Questo è un classico meccanismo che si attiva quando riusciamo nuovamente a percepire il contesto intorno a noi parzialmente stabile.

Abbiamo iniziato a stare in fila in silenzio ai supermercati, ci siamo protetti da qualsiasi contatto con l’altro e con gli oggetti. Abbiamo monitorato costantemente i sintomi del nostro corpo. I fine settimana hanno smesso di esistere, le scadenze che fino a quel momento erano inderogabili, sono state rimandate, senza un termine ben stabilito.

Siamo stati piuttosto bravi ad adattarci e ad andare avanti nonostante la complessità di ciò che stava accadendo.

La quotidianità è cambiata radicalmente. Ce ne siamo accorti quando siamo tornati ad uscire con maggiori libertà di movimento.

Ci siamo resi conto di quanto tutte le nostre piccole immense certezze e l’organizzazione consueta della nostra vita potesse variare da un momento all’altro.

Ma cosa è successo quando abbiamo potuto uscire nuovamente?

Sembra un paradosso, ma è stato come imparare nuovamente a camminare, su un terreno fino ad ora sconosciuto. Lo è stato per tutti.
I nuovi punti di riferimento che avevamo costruito nell’ambiente domestico, l’unico che si mostrava sicuro, sono stati di nuovo stravolti, potendo nuovamente uscire.
Le regole però erano cambiate. E non c’è stato nessun “Liberi tutti” e nessun ritorno alla situazione che avevamo lasciato prima dell’emergenza.

Ciò che era automatico, non lo è più stato.

Abbiamo vissuto ancora un altro nuovo adattamento.
Questi processi richiedono molte energie perchè portano ognuno di noi a fare valutazioni continue su azioni e situazioni che prima si svolgevano in modo automatico.

Come se fossimo tornati alla scuola guida per la patente dell’auto e dovessimo un’altra volta imparare ad alternare frizione, acceleratore, e cambio.

E’ mentalmente faticoso creare nuove abitudini ed automatismi.

In questo forte stress in cui siamo stati immersi, a prescindere dalle ottime capacità di adattamento e dalla voglia ed impegno a fare del nostro meglio, alcuni di noi hanno iniziato a mostrare alcune difficoltà socio-affettive.

Tachicardia nell’uscire fuori casa, preoccupazione di aver dimenticato qualcosa, controllo costante di ciò che accade intorno a me, preoccupazione nell’entrare in luoghi chiusi, mancanza di motivazione nel portare avanti le questioni quotidiane, ridotto interesse per le passioni, timore di uscire, preoccupazione nell’incontrare le persone.
Momenti di ansia serali, con battito cardiaco accelerato, sudorazione fredda.
Incubi notturni, difficoltà nell’addormentamento o nello svegliarsi la mattina.
Abbiamo mangiato molto meno, o molto di più, abbiamo perso gli orari.

Alcuni di questi segnali, se di bassa intensità sono fisiologici e di “assestamento” alla nuova realtà, se però incidono significativamente sulla qualità della vita, è necessario porci attenzione.

Se ti sei ritrovata a rinunciare a ciò che potresti adesso portare avanti, se il rientro a lavoro è stato motivo di forte angoscia, se non riesci a recarti in un luogo chiuso e stai rimandando alcuni impegni a “momenti più propizi” proprio per evitare l’ansia, allora è importante che ti prendi del tempo per mettere a fuoco cosa ti sta accadendo dentro.

Quali sono le emozioni che si esprimono durante la giornata, in quali situazioni ti senti maggiormente ansiosa e a cosa stai rinunciando.

Il confronto con gli altri potrebbe aiutarti a sentirti meno sola. Ti consiglio inoltre un consulto con un professionista, in modo da poter capire che cosa ti sta succedendo ed in che modo puoi riuscire a recuperare il tuo benessere.

Non sottovalutare le tue sensazioni, è normale passare un momento di difficoltà dopo uno stress di tale entità. Pensa che per alcune persone, quello che abbiamo vissuto è stato realmente traumatico.

Più velocemente riusciamo a ristabilire il tuo equilibrio, prima tornerai a stare bene, anche in una situazione complicata come quella che stiamo vivendo.